Libra – la nuova criptovaluta di Facebook

Creare una moneta globale e una struttura finanziaria semplice che supporti miliardi di persone“. Più o meno con queste parole Mark Zuckerberg ha annunciato al mondo il progetto della sua criptovaluta Libra, il cui lancio è previsto per la metà del 2020. Ho scritto più o meno perchè il termine che ha utilizzato il n.1 di Facebook è stato “empowers”, poco fedelmente tradotto con “supportare”, ma che in realtà il suo significato può essere letto come: “dare il potere, mettere in grado qualcuno di fare qualcosa”. Ed è proprio questo significato che trapela dal white paper che è stato pubblicato per descrivere il progetto Libra.

Il progetto infatti ha l’ambiziosa missione di voler dare accesso ad un sistema di pagamenti e trasferimenti di denaro, in modo semplice ed istantaneo, con commissioni pressochè assenti, a chiunque possieda uno smartphone. Questo sarebbe possibile creando una nuova valuta, che non dipendende da banche centrali o nazioni.

Nonostante la diffusione a larga scala di internet e delle tecnologie di comunicazione, secondo le stime ci sono ancora 1,8 miliardi di persone che non hanno accesso ad un conto corrente bancario, e più queste persone hanno un reddito basso, più per loro è difficile poter utilizzare servizi finanziari (distanza geografica dalle banche, mancanza di documentazione, costi di gestione eccessivi ecc).

La tecnologia della blockchain e le criptovalute in generale hanno aperto al mondo la possibilità di staccarsi dal classico modello bancario e poter accedere ad un sistema parallello di pagamenti, più simile al baratto che al denaro in realtà. Tuttavia le attuali criptovalute (bitcoin in primis) presentano alcuni problemi fondamentali che ne limitano l’adozione su larga scala:

  1. L’altissimo grado di volatilità le rende difficili da accettare come mezzo di pagamento, oggi vale 100, domani potrebbe valere 10; Per lo stesso motivo tanti sono restii a cedere i loro bitcoin oggi per comprare qualcosa, quando il valore del bitcoin domani potrebbe essere decuplicato.
  2. la blockchain alla base del sistema di validazione dei trasferimenti di fondi non è strutturata, almeno per il momento, per un utilizzo massivo;
  3. la cosiddetta “user experience” nel comprare criptovalute e utilizzarle come mezzo di pagamento per l’utente medio è ancora relativamente difficile.

Facebook vuole fare in modo che tutte queste limitazioni spariscano, e che Libra diventi una sorta di evoluzione di Paypal: più semplice da aprire, con un maggior bacino di utenza e diffusione, minori commissioni, più accessibile anche per coloro che non hanno un conto corrente e più flessibile, grazie allo sviluppo di applicazioni dedicate.

Ma come è possibile realizzare tutto questo? Ma soprattutto, se il progetto funzionerà, quali saranno i compromessi che gli utenti dovranno accettare per poter utilizzare Libra? Dalle oltre 100 pagine di documentazione che sono state pubblicate ho cercato ti riassumere le caratteristiche principali.

Non solo Facebook, una crypto-oligarchia

Pur avendone i mezzi, Facebook non si è lanciata da sola nell’avventura di coniare una sua personale moneta, ma ha reclutato altre società per sviluppare il progetto. I motivi della scelta ricadono su questioni sicuramente tecniche ma anche di immagine. Dopo lo scandalo di Cambridge Analytica l’idea di far gestire una moneta alternativa alle valute correnti esclusivamente a Facebook non avrebbe dato esattamente un senso di fiducia nei consumatori. Ricercando invece motivazioni tecniche, più società entrano a far parte del progetto e maggiore sarà la diffusione che la nuova monetà potrà avere. Così Facebook ha reclutato ad oggi 28 società che fanno parte dei membri fondatori della Libra Association: una società no-profit che si dovrà occupare di gestire la governance della criptovaluta. Le società che fanno parte dei membri fondatori sono nomi di spicco nei loro settori come Mastercard, PayPal, eBay, Facebook/Calibra, Spotify AB, Uber, Iliad, Vodafone, Coinbase etc…

Facebook confida di arrivare a 100 membri fondatori entro il lancio ufficiale della moneta, previsto per la prima metà del 2020. La Libra Association è aperta a tutti, anche diretti concorrenti, l’unica regola è quella di possedere i requisiti

La governance, i requisiti per accedere

Come abbiamo detto chiunque può diventare un membro fondatore della Libra Association, purchè ne possegga i requisiti, che sono diversi a seconda della categoria di soggetti. Tutti devono avere a disposizione una banda dedicata di almeno 100mbit, un ingegnere a tempo pieno che si occupi della stabilità del sito e un livello di sicurezza enterprise. I soggetti Business inoltre devono avere due dei tre seguenti requisiti:

  • Una capitalizzazione di almeno 1 miliardo di dollari o 500 milioni di dollari in vendite;
  • raggiungere 20 milioni di persone all’anno con i loro servizi;
  • essere riconosciute come top 100 leader di settore da gruppi come Interbrand Global o S&P;

I membri appartenenti al settore investitori e venture capital devono avere un portafoglio di assets investiti di almeno 1 miliardo di dollari, mentre le società attive nel settore Blockchain per essere ammesse a far parte dei soci fondatori devono essere attive da almeno un anno e gestire assets per almeno 100 milioni di dollari, oltre a possedere un livello di sicurezza e privacy di livello enterprise. Come si può notare, visti i requisiti necessari per diventare soci fondatori, le azienda che gestiranno la Libra Association appartengono ad un mondo assolutamente elitario. Vista la dimensione e capacità economica di queste aziende, è previsto che ciascun socio fondatore non possegga più dell’1% dei voti totali nel Consiglio, per evitare che un’azienda possa prendere il controllo di tutta la governance della moneta.

Libra, una stablecoin

Con il termine stablecoin si indica una criptovaluta il cui valore è costante, al contrario del Bitcoin il cui valore dipende dal rapporto domanda/offerta del mercato. Essendo una moneta che nasce per essere utilizzata come mezzo di pagamento, è fondamentale che il suo valore non si alteri nel tempo, esattamente come Euro, Dollari e le altre maggiori valute. Per poterne garantire il valore Libra sarà legata a depositi fisici di denaro e assets, non solo dollari ma anche Euro, Sterline inglesi e Yen giapponesi. La Libra Association avrà il compito di gestire questi depositi per evitare fluttuazioni di valore legati soprattutto ai rapporti di cambio tra le quattro maggiori valute a cui si appoggia Libra.

Da questo passaggio si capisce anche come Libra verrà “coniata”. Si comprerà banalmente per soldi reali. Se voglio acquistare 100 libra, pagherò verosimilmente qualcosa come 100 euro ad un servizio di exchange autorizzato che a sua volta depositerà i miei 100 euro come riserva alla Libra Association, e contestualmente verranno creati 100 Libra che saranno disponibili sul mio wallet. Quando vorrò fare il passaggio inverso, “venderò” i miei 100 libra alla Libra Association che mi restituirà 100 euro e distruggerà i 100 Libra che ho reso. In questo modo si mantiene un rapporto di copertura 1:1.

Le cose a questo punto cominciano a farsi interessanti se facciamo due conti. Se consideriamo il numero potenziale di utenti che questa moneta può avere, per l’importo medio che viene acquistato dagli utenti si può parlare tranquillamente di centinaia di miliardi di dollari. Giusto a titolo comparativo ad oggi la capitalizzazione totale di Bitcoin è di circa 220 miliardi di dollari, e se consideriamo che è ancora abbastanza di nicchia è facile immaginare che questo numero venga ampiamente superato da Libra. Questo significa centinaia di miliardi di dollari di denaro liquido che viene depositato presso le casse della Libra Association a copertura delle criptovalute emesse.

I soci fondatori di Libra investiranno tutta questa liquidità e a seconda delle loro quote di partecipazione si divideranno i rendimenti degli investimenti, dopo aver coperto tutti i costi di gestione e aggiornamento dell’infrastruttura Libra (stando a quanto scritto sul white paper). Fa un po’ paura a pensarla così perchè potrebbe verificarsi uno dei più grandi trasferimenti di ricchezza da tanti verso pochissimi nella storia. E’ vero che in qualsiasi momento io posso trasformare Libra in Euro e viceversa, quindi se compro Libra non mi sto impoverendo a favore di qualcun altro, mantengo il mio potere di acquisto che eserciterò in Libra invece che in Euro. Però è anche vero che con gli euro che io utilizzo per convertirli in Libra qualcun altro ci investe e si tiene i rendimenti. Cosa che sicuramente è attrattiva per gli investitori che vogliono entrare nella Libra Association.

Il funzionamento della Libra Blockchain

Per chi avesse ancora dubbi su cosa sia una blockchain e quale sia il suo funzionamento vi rimando a questo articolo pubblicato tempo fa su questo sito. In pratica la blockchain si può definire come un grande registro che raccoglie l’elenco di tutte le transazioni fatte, e ogni computer collegato alla rete che fa funzionare la blockchain ne possiede una copia. Una volta che una transazione viene eseguita e validata con successo, viene scritta su questo registro e ogni copia viene aggiornata. Questo principio serve a garantire un altissimo grado di sicurezza e fiducia reciproca senza la necessità di un soggetto che vigili sulla regolarità delle operazioni eseguite, perchè una volta validata la transazione questa diventa permanente e immodificabile. La blockchain di Libra viene gestita e fatta funzionare su nodi (server) di proprietà dei membri fondatori della Libra Association. Ogni volta che una transazione di Libra da un soggetto A ad un soggetto B viene inoltrata, i nodi iniziano un processo di validazione e quando i due terzi dei nodi hanno raggiunto il “consenso” la transazione è validata e inserita nella blockchain. La capacità operativa della blockchain di Libra è pari a 1000 operazioni al secondo.

Siccome i nodi possono essere solamente gestiti dai membri fondatori, non si tratta di una blockchain totalmente decentralizzata, e questo può portare a problemi di vulnerabilità e sicurezza, oltre che di fiducia. Per questo uno degli obiettivi della Libra Association sarà quello di fare in modo che la blockchain diventi decentralizzata, attraverso un sistema di validazione basato sul Proof of Stake (in pratica il nodo che validerà l’operazione verrà scelto in modo casuale in base all’ammontare di Libra posseduti: lo Stake appunto), dove almeno il 20% dei voti totali sia assegnato in base all’ammontare dei Libra posseduti e non dallo status di membro fondatore. In questo modo si dovrebbe avere una blockchain più decentralizzata e di conseguenza più sicura, più competitiva e con meno barriere all’ingresso.

Ma l’utente finale cosa ci guadagna?

Detta così sembra che tutto questo sia un grande business solo per i membri della Libra Association che si troveranno una grande liquidità da investire da cui generare profitto. E non ci sarebbe nemmeno tutto sto vantaggio dell’utente finale per utilizzare Libra al posto di Euro o dollari per farei propri acquisi Online, chi me lo fa fare di scambiare euro per libra per poi pagare semplicemente in una valuta diversa? Molto probabilmente, per favorirne la diffusione più capillare possibile, i membri fondatori di Libra adotteranno delle politiche di incentivi su acquisti fatti con la criptovaluta: sconti su beni o servizi, servizi esclusivi acquistabili solo con Libra e cose di questo tipo. In questo modo la moneta potrà iniziare a circolare e arrivare anche a tutti coloro che sono tagliati fuori dal sistema bancario e che di fatto sono gli utenti che questo ambizioso progetto punta a raggiungere.

Non è facile predire che corso avrà questo progetto, se andrà in porto sicuramente cambierà i rapporti economici a livello globale, aprendo tante nuove possibilità di business, ma anche dando un potere mai visto a società private e che le Nazioni non sono pronte a gestire.

 

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